domenica 31 luglio 2016

Recensione: Inferno - Francesco Gungui

Rieccomi sul blog per recensirvi un altro libro. Questa volta parleremo di Inferno di Francesco Gungui. Bando alle ciance e passiamo subito ai dettagli dell'edizione.


 Prezzo: 5.00

                                Editore: Fabbri Editore
                                Genere: Distopico
                                Pagine: 432



Trama:

Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso più sfrenato e possono godere di una natura incontaminata.
Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l’autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un’isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l’inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi rendono la vita impossibile ai prigionieri, che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l’impresa mai riuscita a nessuno, quella di scappare con lei da Inferno, combattendo per sopravvivere, prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli..



 Recensione:


Definirei questo libro, o per lo meno l'idea che ve ne sta alla base, geniale. Ho sempre adorato la Divina Commedia ed in particolar modo l'Inferno dantesco, perciò quando ho sentito parlare di un libro distopico ambientato in questo unico grande continente, Europa, con un Inferno che ne fa da prigione ed un Paradiso da dimora per i più ricchi e privilegiati, mi sono precipitata ad acquistarlo. Il fatto che un libro di questo genere fosse stato scritto da un autore italiano ha fatto sì che mantenessi le mie aspettative piuttosto basse fin dall'inizio, aspettative che nel corso della lettura sono state in parte superate.
Gungui è riuscito a creare e definire un ambiente rispecchiando quanto più possibile la descrizione dantesca, purtroppo però questa risultò tanto precisa e puntuale quanto complessa da immaginare; per questo motivo, così come lessi in altre recensioni, sarebbe stato meglio accompagnarvi delle illustrazioni che avrebbero sicuramente dato un'idea ben più chiara del luogo in cui si trovavano i personaggi. A proposito di questi ultimi, l'autore ne ha ben delineato le caratteristiche e ha costruito delle personalità e dei rapporti tra di esse che crescono e si evolvono nel corso della storia; la pecca sta nel modo in cui questi si trasformano. A parer mio, Gungui ha voluto affrettare un po' troppo le cose, non trovo alcuna base solida ben costruita nel rapporto del protagonista, Alec, con la ragazza del Paradiso, Maj; si tratta di due persone che si sono casualmente incontrate e altrettanto casualmente innamorate, senza alcuna premessa che ne spiegasse la causa scatenante, la scintilla che ha dato il via a tutto. I due ragazzi si sentono fin da subito attratti l'uno per l'altra ma dall'attrazione fisica all'essere pronti a rischiare la vita l'uno per l'altra ce ne vuole, ciò implicherebbe un affetto maggiore, un coinvolgimento, un sentimento ben più grande, che in questo frangente non ha avuto il tempo di consolidarsi.
Devo ammettere che in diversi punti mi è sembrato un po' simile ad Hunger Games, come nel gesto di protesta di Alec nei confronti dell'Oligarchia, oppure nel modo in cui vengono descritti i vari cerchi infernali che ricordano molto l'Arena, ma si sa che in questa tipologia di letture si ritrovano spesso cliché del genere che non guastano poi più di tanto.
Mi sarebbe piaciuto leggere, invece, di altre creature che presidiassero i vari gironi infernali, creature che non fossero soltanto arpie, minotauri e centauri, fin troppo comuni e fin troppo ellenici. Gli unici che mi rendessero l'idea di Inferno dantesco erano i cerberi ma, trovandoci in un luogo di terrore e dolore perpetui, si poteva dare sfogo alla fantasia creando creature delle più disparate e terrificanti specie; a proposito di ciò a fine libro immaginavo un eventuale incontro con Lucifero, la creatura infernale per eccellenza, che invece non viene nemmeno citato.

Il finale è piuttosto scontato, a parte il destino di Maureen, il resto è tutto prevedibile; qualche colpo di scena in più non avrebbe guastato. Nonostante tutte queste piccole grandi critiche, è stata una lettura gradevolissima, alternativa, di una storia che, se meglio strutturata, poteva riscuotere un successo di gran lunga maggiore. Ho apprezzato anche lo stile di scrittura, molto scorrevole e che ti tiene attaccato alle pagine. Ne consiglio sicuramente la lettura e non vedo l'ora di acquistare il secondo volume della trilogia, Purgatorio.

NON MALE!

- Ariam.

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