mercoledì 10 agosto 2016

Recensione: Trilogia di Hunger Games - Suzanne Collins

Salve a tutti! Anche oggi vi propongo una nuova recensione. La maggior parte di quelle postate fin ora sono recensioni di libri letti parecchio tempo fa ma di cui mi premeva parlarvi. Il libro di oggi sono in realtà tre, ovvero la trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins.

 Prezzo: 13.00
                                                                                          (ciascuno)
                              Editore: Mondadori
                              Genere: Distopico
                              Pagine: 370 - 376 - 421
 

Trama:

Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. E il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verr gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il pi bravo, il pi forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilit di farcela. Ma si offerta al posto di sua sorella minore e far di tutto per tornare da lei. Da quando nata ha lottato per vivere e lo far anche questa volta. Nella sua squadra c' anche Peeta, un ragazzo gentile che per non ha la stoffa per farcela. Lui determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c' spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ci che ti rende Uomo.
 

Recensione:

Quella di Hunger Games è una delle mie due trilogie preferite, insieme a The Infernal Devices di Cassandra Clare. Del primo volume ho apprezzato tanti aspetti: primo fra tutti sicuramente lo stile di scrittura. La Collins ha un modo di esprimersi, di raccontare le vicende che rientra perfettamente nei miei gusti. Scorrevole, accattivante, per nulla pesante e noioso, incalzante e coinvolgente. In secondo luogo ho amato la fantasia dell'autrice, quell'idea che l'ha portata a creare un futuro Nord America diviso in distretti, costretti a sottoporre i propri giovani abitanti ai cosiddetti Hunger Games per poter continuare a vivere. Ed è proprio intorno a quest' ultimo punto che verte il terzo motivo che mi ha fatto tanto apprezzare questa trilogia: l'attualità degli argomenti trattati. Nella storia vediamo contrapposti Capitol City, dove i ricchi sono sempre più ricchi, e i distretti, soprattutto gli ultimi, dove i poveri sono invece sempre più poveri. Dal dodicesimo ed ultimo distretto proviene Katniss, la protagonista, che si ritrova a dover tirare su la propria famiglia, dove venne a mancare il padre, cacciando giorno per giorno e permettere alla madre e alla sorella di mettere qualcosa fra i denti. Anche questo potrebbe essere un tema attuale, dal momento che oggigiorno sappiamo che non in una ma in diverse parti del mondo c'è gente costretta a vivere così, potendo contare sulle sole forze di un figlio o di un marito, quando si è fortunati, sottostando ad un governo che invece di aiutare i propri cittadini sembra volerli destabilizzare. Altra cosa che ho apprezzato è stata proprio la figura della protagonista, personaggio per nulla stereotipato, frivolo o impacciato; al contrario è una ragazza sveglia, intelligente, la cui vita l'ha portata ad essere piuttosto introversa e diffidente, ma che non manca certo di coraggio e caparbietà.
Le vicende che vanno via via susseguendosi sono una più interessante e intrigante dell'altra e, con la maestria con cui la Collins cura la stesura e la caratterizzazione dei suoi personaggi non potrete fare a meno di affezionarvi ad ognuno di essi.
Per quanto riguarda il secondo volume, lo definirei geniale, soprattutto per il modo in cui è stata strutturata l'arena, davvero sorprendente. Ho dato quattro stelline, rispetto agli altri due volumi della trilogia a cui ne ho invece date cinque, perché a mio avviso non è stato all'altezza del primo in quanto leggermente ripetitivo, dal momento che Katniss si ritrova catapultata nell'arena per la seconda volta, dovendo proteggere non più solo se stessa, ma anche Peeta. Con questo non voglio dire che abbia deluso le mie già non alte aspettative, ma  che ho percepito questo volume come una sorta di fase di passaggio, di transizione in attesa del gran finale. È stata una lettura piacevolissima, scorreva che era una meraviglia così come il primo.
Verso il terzo ed ultimo volume, invece, le mie aspettative erano parecchio alte ma è chiaro che da una rivoluzione, che rappresenta il punto focale dell'intera vicenda, non avremmo potuto aspettarci chissà quale lieto fine. Riguardo allo stile di scrittura e al metodo di stesura sapete già cosa penso e non smetterò mai di tessere le lodi di questa, per me davvero capace, scrittrice. Ma andiamo al libro in sé.
Questo libro, che ho ampiamente apprezzato, emana prevalentemente dolore, malinconia, tristezza fin dalle prime pagine, seppur più lente ad ingranare; giunta all'ultima parola dell'ultima frase per poco non sono crollata in lacrime.
A differenza dei primi due libri, e in particolare del primo, che trasudavano azione, istinto di sopravvivenza e desiderio di giustizia, quest'ultimo capitolo lascia il nulla, il vuoto, non in ciò che concerne la scarsità di contenuto, piuttosto al vuoto che lascia dentro, una voragine incolmabile. Gli ultimi pensieri di Katniss mi hanno fatto parecchio riflettere perché nonostante si tratti di un distopico, tutto ciò che lei ha passato mi fa pensare alla guerra e a tutti i mali che questa porta con sé, al fatto che probabilmente situazioni come quelle le ha vissute e continua a viverle tanta gente nella vita reale. Quello della Collins è stato proprio un tentativo di trasmettere, in chiave alternativa, le stesse atrocità delle rivoluzioni, delle guerre, con le conseguenti perdite, con i dolori e quell'inevitabile vuoto. Con me c'è riuscita.

Piccolo spoiler!
 
È vero, Katniss e Peeta sopravvivono ma per me non lo si può definire un lieto fine. Rivedere il sorriso fiero e allo stesso tempo fragile di Finnick, la dolcezza di Prim, la premura di Boggs, la simpatia di Cinna, sarebbero stati il lieto fine. Ma è stata una rivoluzione che ha spazzato via gran parte degli affetti e della vita della protagonista, lasciandola in preda ad incubi e ricordi dei quali non potrà mai liberarsi. Quindi si, fisicamente sono vivi, ma niente, neanche il tempo potrà mai risanare le ferite che portano dentro e in questo non trovo nulla di lieto.
Anche quest'ultimo volume si è guadagnato la sua quinta stellina, indipendentemente dai fatti narrati, per tutte le emozioni che è riuscito a trasmettermi e agli spunti di riflessione che è stato in grado di darmi.
 
 
Facendo una media dei tre libri, sicuramente..
 
MERAVIGLIOSO!
 
Voi avete letto questa trilogia? Cosa ne pensate?
- Ariam.

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